Anfitrione
regia di Antonio Zavatteri
Lo spettacolo si propone come una lettura fresca e giovanile di un classico, noto ai più per il sunto drammatico, ma che sa giocare anche la carta del divertimento nel presentare come anche gli dei abbiano quel fondo di “umanità” che tanto li avvicina ai mortali. Una commedia dalla travolgente comicità che ha il suo culmine nella varietà di toni dei numerosi faccia-a-faccia tra gli Dei e gli uomini, e che, pur divertendosi ad ammiccare in modo neppure troppo velato agli amori che nel 1668 erano in corso alla corte di Luigi XIV, assume per virtù artistica valenze universali, capaci di risultare contemporanee in ogni tempo.